Dic 29, 2009 - Politica nazionale    No Comments

Una pericolosa ondata razzista e xenofoba

Ho notato che, soprattutto negli ultimi tempi, nel nostro Paese sta crescendo una pericolosa ondata razzista e xenofoba alimentata dalle forze politiche al Governo, in particolare dalla Lega Nord.
Questo partito, che definirei ‘tribale’ perché si propone di difendere gli interessi di quella parte di italiani definiti ‘padani’, si sta impegnando ad amplificare ed alimentare certi timori e diffidenze dei cittadini verso i ‘diversi’, per colore della pelle o Paese di origine, che vivono accanto a noi.
Le tesi principali propugnate sono che gli immigrati stranieri sono per lo più dei criminali, rubano il lavoro agli italiani e minacciano l’identità cristiana del nostro Paese.

L’equazione straniero = criminale si è fatta strada con l’enfasi data dai mass-media verso tutti gli episodi di micro-criminalità che vedono come protagonisti i non italiani. Si tratta di fenomeni evidenti soprattutto nelle grandi città, dove la criminalità organizzata si serve spesso di immigrati per lo spaccio di sostanze stupefacenti. Ma il contrasto alla micro-criminalità si deve basare sull’efficacia dell’azione delle forze dell’ordine e sull’integrazione degli stranieri nel tessuto sociale. Invece, assistiamo ad un drastico taglio ai fondi destinati alle forze dell’ordine che vengono a mancare dei mezzi necessari, per lasciare il campo a ‘ronde’ di volontari che finora hanno dato un pessimo esempio scontrandosi fra di loro in quanto di parte politica diversa.

Si preferisce seminare paure tra la gente e in nome della sicurezza approvare leggi che introducono il reato di immigrazione clandestina e che permettono il respingimento alle frontiere di chi viene sorpreso in mare nel tentativo si sbarcare sulle nostre coste. Cioè si commette un reato senza compiere azioni delittuose, ma per il semplice fatto di essere in territorio italiano senza avere i documenti in regola. Il respingimento alle frontiere degli stranieri che tentano di sbarcare sulle nostre coste è stato sbandierato come un provvedimento essenziale e accolto con un grande plauso da gran parte dei cittadini. Occorre però considerare almeno due questioni. Innanzitutto lo sbarco di immigrati clandestini sulle nostre coste rappresenta solo una piccola parte dell’immigrazione clandestina in Italia. La maggior parte entra regolarmente in Italia con visto turistico o di studio e alla sua scadenza non rientra nel Paese di provenienza divenendo irregolare. La seconda è che la maggior parte di chi cerca di sbarcare in Italia proviene da Paesi in guerra o dove sussistono conflitti armati, per cui hanno diritto di asilo politico in base alle convenzioni internazionali. Se il respingimento viene effettuato in Libia, da dove si imbarcano la maggior parte dei mezzi diretti verso l’Italia, queste persone non hanno l’opportunità di far valere i loro diritti, ma sono trattenute in prigioni dove vengono sottoposte per lungo tempo a trattamenti disumani, spesso rivendute agli stessi trafficanti che dietro lauto compenso si ripropongono di tentare di riaccompagnarli sulle coste italiane. Si tratta di fatti poco conosciuti ma documentati: in televisione sono stati presentati in un’inchiesta di ‘Presa diretta’ di Riccardo Iacona, in un film documentario “Come un uomo sulla terra” che sta girando attraverso circuiti informali (proiettato anche qui ad Alba al cinema Moretta) e sul sito internet fortresseurope.blogspot.com curato dal giornalista Gabriele Del Grande.

Sull’accusa che gli stranieri rubano il lavoro agli italiani è già stata ampiamente dimostrata l’infondatezza, in quanto nel mercato del lavoro tendono ad occupare le mansioni meno qualificate che i lavoratori italiani tendono a rifiutare, come ad esempio lavori pesanti nell’edilizia o lavori di assistenza domestica od assistenza ad anziani. 

E le radici cristiane, tanto declamate e difese, vengono umiliate e ridicolizzate. Lo specifico cristiano non consiste nell’innalzare steccati ma nel costruire ponti, nell’accoglienza dello straniero nel segno della fratellanza universale. L’arroccamento in difesa di una cultura è segno di identità debole e statica, che non accetta il confronto aperto e il dialogo che da sempre arricchiscono il pensiero umano.

Altro discorso è tenere ben saldi i principi di convivenza civile contenuti nella nostra Costituzione: diritti civili, politici, economici e sociali. Ma entro tali limiti ognuno ha diritto di professare la propria religione e le proprie idee, purchè non limitino la libertà di ogni cittadino.

Ho notato che, soprattutto negli ultimi tempi, nel nostro Paese sta crescendo una pericolosa ondata razzista e xenofoba alimentata dalle forze politiche al Governo, in particolare dalla Lega Nord.

Questo partito, che definirei ‘tribale’ perché si propone di difendere gli interessi di quella parte di italiani definiti ‘padani’, si sta impegnando ad amplificare ed alimentare certi timori e diffidenze dei cittadini verso i ‘diversi’, per colore della pelle o Paese di origine, che vivono accanto a noi.

Le tesi principali propugnate sono che gli immigrati stranieri sono per lo più dei criminali, rubano il lavoro agli italiani e minacciano l’identità cristiana del nostro Paese.

L’equazione straniero = criminale si è fatta strada con l’enfasi data dai mass-media verso tutti gli episodi di micro-criminalità che vedono come protagonisti i non italiani. Si tratta di fenomeni evidenti soprattutto nelle grandi città, dove la criminalità organizzata si serve spesso di immigrati per lo spaccio di sostanze stupefacenti. Ma il contrasto alla micro-criminalità si deve basare sull’efficacia dell’azione delle forze dell’ordine e sull’integrazione degli stranieri nel tessuto sociale. Invece, assistiamo ad un drastico taglio ai fondi destinati alle forze dell’ordine che vengono a mancare dei mezzi necessari, per lasciare il campo a ‘ronde’ di volontari che finora hanno dato un pessimo esempio scontrandosi fra di loro in quanto di parte politica diversa.

Si preferisce seminare paure tra la gente e in nome della sicurezza approvare leggi che introducono il reato di immigrazione clandestina e che permettono il respingimento alle frontiere di chi viene sorpreso in mare nel tentativo si sbarcare sulle nostre coste. Cioè si commette un reato senza compiere azioni delittuose, ma per il semplice fatto di essere in territorio italiano senza avere i documenti in regola. Il respingimento alle frontiere degli stranieri che tentano di sbarcare sulle nostre coste è stato sbandierato come un provvedimento essenziale e accolto con un grande plauso da gran parte dei cittadini. Occorre però considerare almeno due questioni. Innanzitutto lo sbarco di immigrati clandestini sulle nostre coste rappresenta solo una piccola parte dell’immigrazione clandestina in Italia. La maggior parte entra regolarmente in Italia con visto turistico o di studio e alla sua scadenza non rientra nel Paese di provenienza divenendo irregolare. La seconda è che la maggior parte di chi cerca di sbarcare in Italia proviene da Paesi in guerra o dove sussistono conflitti armati, per cui hanno diritto di asilo politico in base alle convenzioni internazionali. Se il respingimento viene effettuato in Libia, da dove si imbarcano la maggior parte dei mezzi diretti verso l’Italia, queste persone non hanno l’opportunità di far valere i loro diritti, ma sono trattenute in prigioni dove vengono sottoposte per lungo tempo a trattamenti disumani, spesso rivendute agli stessi trafficanti che dietro lauto compenso si ripropongono di tentare di riaccompagnarli sulle coste italiane. Si tratta di fatti poco conosciuti ma documentati: in televisione sono stati presentati in un’inchiesta di ‘Presa diretta’ di Riccardo Iacona, in un film documentario “Come un uomo sulla terra” che sta girando attraverso circuiti informali (proiettato anche qui ad Alba al cinema Moretta) e sul sito internet fortresseurope.blogspot.com curato dal giornalista Gabriele Del Grande.

Sull’accusa che gli stranieri rubano il lavoro agli italiani è già stata ampiamente dimostrata l’infondatezza, in quanto nel mercato del lavoro tendono ad occupare le mansioni meno qualificate che i lavoratori italiani tendono a rifiutare, come ad esempio lavori pesanti nell’edilizia o lavori di assistenza domestica od assistenza ad anziani.

E le radici cristiane, tanto declamate e difese, vengono umiliate e ridicolizzate. Lo specifico cristiano non consiste nell’innalzare steccati ma nel costruire ponti, nell’accoglienza dello straniero nel segno della fratellanza universale. L’arroccamento in difesa di una cultura è segno di identità debole e statica, che non accetta il confronto aperto e il dialogo che da sempre arricchiscono il pensiero umano.

Altro discorso è tenere ben saldi i principi di convivenza civile contenuti nella nostra Costituzione: diritti civili, politici, economici e sociali. Ma entro tali limiti ognuno ha diritto di professare la propria religione e le proprie idee, purchè non limitino la libertà di ogni cittadino.

Una pericolosa ondata razzista e xenofobaultima modifica: 2009-12-29T23:38:00+01:00da lucianorosso
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